50 domande |
Sposarsi... cosa migliora nel nostro rapporto? |
Cosa c'entra la vita di coppia con la
società, con la Chiesa? Alcuni dicono: «Riguarda solo me, non
c'entra nessun altro». C'è qualcosa di giusto in questa affermazione,
almeno in parte: il matrimonio è prima di tutto ed essenzialmente
l'unione di un uomo e di una donna che si dicono sì l'uno all'altro,
che costruiscono un'alleanza. La Bibbia non dice altro quando afferma:
«Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si
unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne» (Gen
2,24).
Ma è anche vero che ogni
matrimonio ha delle ripercussioni sociali e dev'essere riconosciuto dalla
società per funzionare bene: chi dà il nome ai bambini, chi
ha il diritto di allevarli,... la coppia e il suo statuto civile,
fiscale,...
Nella maggior parte dei casi è impossibile per una coppia, per una
famiglia, non avere quello statuto sociale che le assicura di essere riconosciuta
come tale, la protegge nei suoi diritti e facilita le sue relazioni con il
resto della società. Del resto la coppia, la famiglia, non sono esse
stesse la prima realtà sociale?
Va quindi trovato un equilibrio fra la giusta autonomia della coppia di fronte
a tutte le pressioni sociali o familiari che mettono a repentaglio la sua
intimità, la sua felicità, la sua fedeltà e le sue scelte,
e la necessità di ottenere un riconoscimento sociale e giuridico che
comporta certi obblighi.
IL MATRIMONIO CIVILE
Le coppie hanno dunque un diritto vero e proprio ad uno statuto sociale, che non sempre è quello che la stato impone in un momento storico specifico. In molti paesi, come ad esempio in Italia, il matrimonio religioso comporta effetti per l'ordinamento giuridico dello stato. In altri, invece, come ad esempio in Francia, la legge vieta attualmente al matrimonio religioso di avere questi effetti. Vieta inoltre il matrimonio religioso, qualora non sia stato preceduto da un matrimonio «civile» davanti al sindaco o al vicesindaco del comune. Nonostante i suoi limiti, il matrimonio civile (senza matrimonio religioso) cambia qualcosa nella coppia, nella misura in cui è un impegno preso non soltanto fra i due in privato, ma anche davanti ad altri.
IL MATRIMONIO IN CHIESA
Seguendo l'insegnamento di Cristo, la Chiesa chiede ai fedeli cattolici di contrarre un matrimonio religioso, di dirsi un sì libero e definitivo. Il matrimonio religioso è considerato un sacramento. Significa che, con il loro sì, l'uomo e la donna accolgono un dono speciale di Dio (una grazia ricevuta nella fede) che cambia il loro cuore e dona loro una maggiore capacità di amarsi: capacità di ricevere l'altro ogni giorno come un dono, e di amarsi fedelmente al di là dei limiti di ciascuno. Può così costruirsi, giorno dopo giorno, una nuova comunione di vita e di amore. Il dono di Dio, in questo sacramento, è una vera speranza per la coppia. Il primo miracolo compiuto da Gesù, ci dice il Vangelo (cf. Gv 2,1-11), è stato quello di far rinascere la gioia durante un matrimonio, a Cana. Quando la festa rischiava di naufragare per mancanza di vino, Gesù cambiò l'acqua in vino. Ecco cosa ci propone Gesù nel sacramento del matrimonio; transjormare l'acqua del nostro matrimonio umano - con tutte le sue realtà - in vino, il vino delle «nozze dell'agnello» e rendere eterno il nostro amore.
Mi meraviglio sempre, dice Dio, quando
sento dire: «Ci siamo sposati!».
Come se ci si sposasse un giorno!
Lasciatemi ridere.
Come se ci si sposasse una volta per tutte!
Credono che sia tutto fatto, e pensano di poter vivere,
vivere con la loro rendita d'amore di persone sposate.
Come se ci si sposasse un giorno!
Come se bastasse donarsi una volta,
una volta per tutte;
come se io stesso avessi fatto il mondo in un giorno.
Come se non si dovesse ad ogni costo,
almeno per buon senso,
sposarsi in ogni giorno che io creo...
Charles Péguy
Testimonianza
Otto anni fa incontrai Linda. Nulla, a priori,
sembrava avvicinarci. Aveva 21 anni ed era tedesca. Aveva appena terminato
l'esame di maturità e lavorava alla pari presso una famiglia, che
aveva in progetto l'ampliamento della propria casa. Io ero l'architetto dei
favori. Ci incontrammo la prima volta in occasione di un invito che mi era
stato rivolto da parte di quella famiglia. Ci incrociammo ancora durante
una riunione di cantiere, poi Linda ritornò in Germania.
Da parte mia, mi ero assunto le mie responsabilità già molto
tempo prima, dal momento che avevamo deciso di avere un bambino, ma rendendomi
conto dell'importanza che aveva per Linda il fatto che fossimo sposati e
del suo bisogno di voltare pagina rispetto al passato, accettai il matrimonio
civile.
Poi nel '90, durante un viaggio in Germania, Linda ricevette in dono un libro
di padre Emiliano Tardif, noto carismatico. Vi scoprì la potenza
dell'amore di Dio e la sua fede ne fu completamente rinnovata.
Da allora entrambi sperimentiamo una gioia mai provata, e ci rendiamo conto
di quanto Gesù possa aiutarci a vivere il nostro amore nel
quotidiano. Luca |
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